Ogni volta che indosso quelle scarpe pesanti
e poi mi dirigo al lavoro,
ogni volta che entro in quel capannone grigio
e ricomincia il turno…
Ogni volta,
la vetrata,
i guanti, il cartellino…
Ogni volta che sospiro,
ogni volta che ci penso…
Ogni volta, forse, farei meglio a smettere di sperare in un giorno migliore.
(8° capitolo, Sulla strada della Follia)
Marco MR ©
Sogni e Realtà
Nullità, io.
più giorni passano
più anni seguono
più ore vivo
là dentro,
l’inferno
nero
e freddo
…
mi sono spento su questo letto.
a pensare
a dimenticare
…
medico
ingegnere
avvocato.
professore
…
nulla.
nullità
io.
Marco MR ©
Licenziato, a volte, fa rima con Liberato
C’è qualcosa di sbagliato,
di esagerato,
nel desiderio
rimarcato
di venire licenziato.
Non ho il coraggio…
Nessuna crescita, nessun riconoscimento.
Frustrato. Alienato!
È un ambiente che non insegna.
Solo sudore, magliette sporche e
tanta
tanta voglia di urlare al mondo: «Eccomi, vi siete dimenticati di me!»
(9° capitolo, Sulla strada della Follia)
Marco MR ©
I sogni son fatti per
è questo il confine…
è un confine quasi invisibile,
tra l’immaginazione e la triste realtà.
è lungo un oceano,
è l’Atlantico!
e quella statua, là,
rappresenta, rappresenterà,
ancora, ogni momento,
quel che è stato
quel che mai sarà…
il volo,
il mondo,
l’oggi… e nient’altro.
è tutto qua. New York è sempre là!
Marco MR ©
succede…
Succede…
Succede, che capisci…
un canto tirolese, un grattacielo, un uomo fortunato.
succede che il gratta & vinci e poi…
succede che non puoi,
ti annoi,
non c’è alcuna offerta speciale, costa tanto,
costa tutto troppo,
succede che non è lo stesso;
ritorni indietro,
ripensi, non è lo stesso,
ti guardi attorno,
Che posto è questo?
Che posto è?
Uno stupido ripiego,
vorresti, sei sempre là, ancora là, e non vai
non vedi
non riesci;
provi a fartelo piacere, provi a convincerti, dai va bene,
no…
non va bene. Non andrà mai bene!
è solo ciò che puoi,
è solo quel che puoi…
quel che puoi…
Non va bene, finisce, ritorni…
non ci pensi, e poi…
tutto da capo, ancora una volta, ritorni e ripensi,
Non è quel posto, non va bene, non fa niente: ormai…
Marco MR ©
Intrappolato
Ho paura di restare intrappolato,
dentro questa casa,
dentro questa cosa;
alta,
muri neri,
finestre che non si aprono.
Una storia,
la solita storia, piatta calma morta.
Ho paura,
non ne esco, finisco;
ho paura,
l’immaginazione
mi sta lasciando.
Resisto,
sospiro
e vivo…
non più,
dentro questa maledetta Prigione!
Il rinnovo,
il contratto,
il sogno,
la fine dei sogni;
il castigo,
le responsabilità,
la macchina:
andare e non andare.
Respiro,
domani,
domani dovrò,
ancora,
ripensare…
Ce la farò?
No!
Per me è finita,
è andata così.
(9° capitolo, Sulla strada della Follia)
Marco MR ©
L’opuscolo dei sogni infranti
Un vecchio opuscolo, con il suo lungo elenco di libri in offerta che una volta segnavi e non vedevi l’ora di comprare. Per studiare. Per capire. Perché ci credevi e non te ne vergognavi. Pessimismo e confusione. Il passato.
Capita un giorno d’incontrare un vecchio amico e di ritornare a pensare. Progetti, presente e futuro. Tutto crolla. Non hai dimenticato. Vai avanti e poi scivoli. Indietro, di nuovo. Sei costretto a fare ancora gli stessi salti mortali. Saltare l’ostacolo, saltare l’opuscolo. La vita. Quella che hai messo da parte, in attesa, sperando… sognando.
(9° capitolo, Sulla strada della Follia)
Marco MR ©
Prigionieri del tempo
Arriva per tutti, prima o poi, quel momento in cui…
Ti svegli alla mattina, bevi il tuo caffè, ovviamente ti scotti la lingua, caghi e parti per un mondo senza colori e senza speranze per ritornare a casa alla sera con la schiena a pezzi e l’emicrania. Medicine a gogò.
Incastrati nel tempo. Tutte quelle ore di lavoro, poi la spesa e la fila alla cassa; torni a casa e devi sistemare il disordine, cucinare e lavare i piatti. Mangi finalmente la tua cena, che però non sa di nulla perché tanto non sai nemmeno cucinare, e dopo te ne vai a dormire, perché sei esausto, perché ti sei rotto di tutto.
E poi ancora, lo stesso, domani, un altro giorno, un altro giro. Da capo. Senza novità, senza scampo.
Prigionieri. Tu vorresti pure provare a fare qualcos’altro. Magari imparare a suonare la chitarra. O continuare a studiare. A scrivere. Quello che ti pare. Vorresti, ma non ce la fai. Devi stendere i panni e ricordarti di raccoglierli, sperando nel frattempo che non piova, perché altrimenti non sapresti come fare per asciugarli. Ma tu ami la pioggia…
La posta e la banca. Il gommista e il collaudo: non passerà!
Il fatto è che quando ti dicono che la vita è dura, non mentono: la vita è dura, terribilmente. Non hai una spina da attaccare alle presa quando esaurisci la tua energia. Quando finisci la passione. Non basta dormire. Non basta nemmeno uscire o andare in vacanza. Non basta bere o fumare.
Sempre in ritardo, sempre in affanno. La vita è dura, terribilmente…
(8° capitolo, Sulla strada della Follia)
Marco MR ©