Ciabatte, calzino e pigiama

Camminavo in ciabatte quel giorno,
un giorno come tanti.
Un calzino sì e uno no.
L’avevo smarrito nel letto
e non avevo voglia di cercarlo.
Pigiama coi buchi e maglia sformata…

Ero in casa, ma mi toccava uscire per andare al supermercato.
Dovevo cambiarmi prima…
Di certo, non potevo andarci in quelle condizioni.

Ciabatte,
calzino e pigiama:
sono uscito,
due passi in giardino e…
sono tornato indietro
per cambiarmi.

Non sono libero.

Marco MR ©

Immaginazione…

Immaginazione…

Sarebbe bello lavorare in una vecchia libreria… una di quelle piccole, dove i libri son tutti ammassati e per trovarne uno devi per forza andare a memoria.
Passare il tempo a spolverarli e poi fermarsi tra le pagine ingiallite di un caro amico mai dimenticato.
Luci basse, barba lunga e cappello di lana… perché là dentro i riscaldamenti non funzionano.

Entra qualcuno di tanto in tanto. Guarda il tutto come fosse la fine della vita, lo squallore negli occhi, e poi esce, indifferente.
Non ha comprato nulla. Forse cercava l’ultimo libro di…
Allora, ritorni al tuo lavoro, sereno, tra puzza, polvere e poesie.

Baudelaire e Verlaine,
Kerouac, Ginsberg, Fante, Bukowski… è tutto così Dannatamente perfetto.

Nelle mie fantasie non sono mai solo.

Marco MR ©

“Un Horror Show continuo”

“Un Horror Show continuo”

Adesso è il periodo delle cene. O dei pranzi. 
È il periodo del dovere… far vedere. Sei adulto, più maturo… credono, vorrebbero. Sei pronto a prendere tutto per mano, la situazione, e fare… come loro. Imitare: lavoro, casa, famiglia, fidanzata, cena, anello, diabete. Non ce la faccio… al sol pensiero mi sento soffocare da tutta questa (a)normalità. Routine limitante. Voglio il divorzio da questa vita. Rate e sveglia… mamma mia, che inferno. Sempre di corsa, sempre in ritardo… Io, questi ritmi, non li reggo. Voglio farla finita. Sparire. Ciao a tutti, è stato bello, ma io, davvero, a questo gioco non voglio più giocare.
Imitazioni sociali. Ventenni che giocano a fare i grandi, quarantenni che giocano a fare gli adolescenti. Vomito (su di loro, magari). E i vecchi? Non ci stanno capendo più nulla. È tutto troppo! È misantropia!

“Un horror show continuo”, diceva lo scrittore a me più caro.

Diabete e vomito.
Questi qua… c’è quello che sa tutto e quello che vuole troppo. C’è quello che non se ne frega niente di niente e quello che… c’è diventato pazzo. A furia di, a furia di… cercare un cavolo di senso. A tutto questo, all’imitazione, al rincorrersi, al perseguire e fallire, alla casa, al mutuo, alla stanchezza perenne… Perché devi sentirti così stanco?
C’è quello che è diventato pazzo, perché così, pensava, non può esser normale; proprio, eppure… eppure, tutti dicono sia normale. È normale. È diventato pazzo, perché stanco alla sera, rinunciava lo stesso al sonno per la disperazione, rinunciava lo stesso al sonno per trovare una qualche soluzione, ma niente: questa qua non arrivava mai.

Marco MR ©

Loro non lo sanno

Mi chiamano asociale.
“Non esci mai. Cazzo ci stai a fare sempre chiuso in casa?”
Non esci mai.

Sogni assaporati,
ricordi divorati,
cene rimandate:
è la follia…
è la socio-fobia.

Loro non lo sanno,
non possono capire. E questa maschera…
Loro non lo sanno,
pensano sia tutto facile!
Uscire a prendersi un caffè, è facile.
Mangiare,
incontrarsi e conoscersi. Parlarsi e divorarsi…

Le ho regalato un fiore una volta.

Mi vogliono alle loro feste, ai loro anniversari…
E a me farebbe anche piacere andarci, ma…
non è un esame, non è un pregiudizio: è un abisso nell’inconscio.
Non posso mettere tutte le volte quella maschera.
Non posso mettere tutte le volte la maschera della forza,
della normalità,
dell’abitudine.
Della sanità mentale.

Fa troppo male.
Mi comprime, mi tortura.

Marco MR ©

 

Puoi votare questa poesia cliccando qui:

http://settegiornidifollie.altervista.org/2015-2/mascherare-lanima/loro-non-lo-sanno-di-marco-ruggiero/?doing_wp_cron=1423996807.2472870349884033203125

Il Virus dentro me

Il Virus dentro me

cosa mi sta succedendo?

sogni mangiati,
ricordi divorati,
cene rimandate,
pazzia.
sto scomparendo…
allontanandomi…
il bisogno…

non è più vita questa,
non è normale,
non è possibile,
quello che sta succedendo non ha alcun senso.

cosa sto facendo? sto aspettando. temporeggiando.
morire. cadere così in basso, precipitare,
disintegrarmi, e poi…

cadere così in basso da non poter più cadere.
mi lascio vincere dalla gravità,
mi lascio schiacciare.

non è la mia vita!
questa non è la mia vita:

è un virus,
è un demonio
che m’ha preso
e non mi lascia,
mi usa
e mi devasta.

voglio farla finita,
voglio uccidere quell’essere
che s’è portato via la mia libertà.

Marco MR ©

Scrittori Nauseabondi

Tutti questi poeti e questi scrittori, e i concorsi… in cerca sempre della parola più “figa”, più di classe, più aristocratica, più nobile. Parole in aria, pesanti, pesanti, pesanti, che cadono giù. Fatti che non sono fatti. Frasi che non dicono nulla.

Ne ho le palle piene. Nessun sentimento.
Nessun abbandono… Questi stanno a contare le sillabe…
E nel frattempo che questi contano, l’emozione se ne va. Persa…
Solo tanto grigio, come l’asfalto, che traccia una strada, la loro strada, priva di colore, priva di direzioni e sensazioni. Tendenza all’imitazione, di quel che è stato, poeti incomprensibili, poeti inarrivabili. Nessuna traccia… nessuna novità. Solo un grande vortice di parole, ormai spogliate della loro bellezza.

Marco MR ©

Sbagliato

Sbagliato

no…
è che…
mmh…
è che sono “sbagliato”.
sono “sbagliato”… sì!
“sbagliato”.
li vedi loro…
tutti quei ragazzi. si baciano. si divertono. prendono le cose alla leggera. bevono e si ubriacano. dormono insieme. si risvegliano e non si chiedono mai dove sono, cosa ci fanno qui, in questo mondo. in quest’inferno.
perché…
perché…
io…
perché io continuo a sentirmi sempre così “sbagliato”? diverso. difettoso. patetico…

loro ridono. io cammino, li guardo, da lontano, impaurito, ossessionato, dalla loro bellezza… dalla loro felicità. vorrei vomitarci addosso.
vorrei…
vorrei che si vedessero come li vedo io.

Marco MR ©

deludente è…

deludente è…

deludente è quel libro che è bello solo dalla copertina,
deludente è quella poesia che non compie una magia,
deludente è l’amore che ha reso me e te estranei e invisibili…
deludente è quella donna che non sa stare senza uomini, 
come deludenti sono tutti quegli uomini che non san stare senza donne;
deludente è quel momento che viene dimenticato, 
deludente è l’incantesimo che si trasforma in una maledizione,
deludente è l’amico che non sa perché lo fai,
deludente è la vita quando non va da nessuna parte,
deludente è…

una persona che prima sembra toccarti l’anima e poi…
è come tutte le altre.

deludente è…

Marco MR ©