Società

Società

Non c’è specie sulla Terra peggiore di quella umana.
Tutto questo odio e questa voglia di veder morire il prossimo…
Non si uccide per fame, come fanno gli altri animali: si uccide per piacere. Puro piacere. Per la soddisfazione che si prova nel vedere il tuo simile soccombere, cadere, sanguinare, morire…
La nostra è una specie assassina. Siamo diavoli senza ali. L’invidia, l’ego, l’avidità ci trascinano da anni in guerre di parole e fatti. Scoppiano le bombe. Scoppiano gli insulti. E scoppiano le teste, con la ragione e la passione. Il governo del massacro. Il gioco al massacro. L’interesse regna sovrano. Non esiste il cuore, non esiste il dono! Come non esistono le buone azioni. L’ascolto. L’amore. È tutto un muoversi di interessi e assurde convinzioni che ti portano a detestare chiunque si interpone tra te e il tuo fine (insignificante per l’universo), tra te e la tua ridicola convinzione di aver sempre ragione. Sei nulla. Siamo nulla. Siamo il nulla. Siamo solo merde che camminano e si mescolano dando vita a una merda ancora più grossa chiamata… Società!

E non ne posso più. Non ne posso più di assistere a questa lotta tutti i santi giorni. Maledetti giorni. Non ne posso più, soprattutto, di farne parte.
Non ne posso più del male che provoca questa specie. A se stessa…
Perché? Perché, dico io, si deve per forza sempre aggredire, divorare, sbranare chiunque ci capiti davanti?
Perché c’è cosi tanta sete di sangue?

Marco MR ©

Dove Sei?

Dove Sei?

Sono ancora qua. Eh già. Come diceva la canzone. (Cazzo, che inizio!)
Sono ancora qua e ti sto aspettando.
Sono alla ricerca… di te. Giro tra la gente, tra le piazze di antiche città; entro nelle librerie sperando e disperando, che un giorno io possa incontrare te.
Dove sei? Quanto ti fai attendere?
Per quanto ancora dovrò immaginarti?
Esisti?
Inizio a dubitare di te e della tua esistenza. Vorrei incontrarti. Ma non ti trovo.
Vorrei averti vicino. Vorrei andare a liberare il mondo, ma con te al mio fianco.
Vorrei iniziare a vivere, ma vorrei farlo con te.
Non voglio più aspettarti. Voglio trovarti.
“Dove sei?”

Sono certo che ci sei. Da qualche parte, in qualche città. Ma non so ancora quale città. E non ti nascondi nemmeno. Sono io. Sono io quello che non cerca mai nei posti giusti. Troppo lontano e irraggiungibile.
Voglio te. Perché da me non posso avere tutto. Non posso avere conferme, destino e simpatia. Non posso salpare, senza di te.
Io ti aspetto. Ma non smetto di cercare. E tu? Mi stai cercando?

Marco MR ©

La gente è fortunata.

La gente è fortunata.

Le piace tutto: coni gelati, concerti rock, cantare, ballare, odio, amore, masturbazione, panini col wurstel, balli folk, Gesù Cristo, i pattini a rotelle, lo spiritualismo, il capitalismo, il comunismo, la circoncisione, i fumetti, Bob Hope, lo sci, la pesca, l’omicidio, il bowling, i dibattiti. Tutto. Non hanno molto, perché non si aspettano molto. Ma sono una grande banda.

Charles Bukowski

Estraneo nella tua stessa Vita

Estraneo nella tua stessa Vita

 

È dura accettare se stessi, accettare di non essere diventato quello che immaginavi. Che desideravi.
Sei un altro. Sei un Estraneo nella tua stessa vita.
Hai provato a dire basta e a metterci una pietra sopra. Accantonare il tuo passato e andare avanti. Rivoluzionarti. Tuttavia, una specie di conflitto inconscio tra chi eri, chi sei e chi saresti potuto diventare, ti sta consumando.

Combatti l’idea del vecchio te, combatti l’idea del nuovo te: vecchio e nuovo si mischiano e ti plasmano. Regna l’instabilità, perdi l’equilibrio e cadi. Continuamente. Ti rialzi e ricadi. Ricadi e ti rialzi.

Finché non impazzisci…

(9° capitolo, Sulla strada della Follia)
 
Marco MR ©

Uno strano sogno

Uno strano sogno

Sono in Brasile per una vacanza. Ci sono andato insieme ad un mio amico. A dire il vero, ci sono andato solo per accompagnarlo. C’è una sua amica, italiana, che vive lì e gli ha chiesto di andare a trovarla almeno una volta. Ci ospita lei, in uno strano condominio grigio e nero. Circa quattro piani. Non ricordo esattamente…

È mattina. Siamo seduti in un bar grandissimo vicino alla spiaggia. Sembra una specie di molo in legno, dove tira molto vento. Il mare è ghiacciato, nonostante sia estate. E la sabbia sembra più dura rispetto a quella delle nostre spiagge. Non mi trasmette sicurezza quel posto. Ho paura di annegare. C’è acqua ovunque. Anche buona parte dello stesso molo-bar è immerso nell’oceano, tipo le palafitte di Bora Bora, solo che questo non è bello per niente. E l’acqua non è cristallina, ma blu scura. Come quando è profonda decine di metri, ed io ho paura dell’acqua blu scura e profonda. Ho sempre il timore che ci sia nascosto qualche essere mostruoso, il Kraken, che aspetta solo me per fare colazione. Tira un vento assurdo, ma la gente del posto dice che oggi si sta bene e il vento è calmo. Se lo dicono loro…

Stiamo aspettando l’amica del mio amico. Prenderemo un caffè, credo. Non so come funziona la colazione in Brasile. Poi andremo in spiaggia.

Eccola che arriva. È un po’ cicciottella. Ma bella. Simpatica a prima vista. Mora. Capelli ricci. È accompagnata da una sua amica. L’opposto di lei fisicamente, eccezion fatta per il colore dei capelli. Sembra antipatica. Pelle caramello.

Non faccio caso a lei. Non so ancora che me ne innamorerò perdutamente. Follemente…

Andiamo a fare una passeggiata. Il mare è pieno di ragazzi che cantano in cerchio. Il mare sembra più calmo e meno scuro. Gli ombrelloni sono colorati. Le case sono tutte piccoline e si somigliano tutte. Prendiamo uno strano sentiero. Macabro, sporco. Credo sia il letto di un fiume, senza più l’acqua.

Ad un certo punto, siamo solo in tre. Io, il mio amico e l’amica dell’amica del mio amico. Non so che fine abbia fatto l’amica del mio amico. Ma non sembra importarci.

Siamo giunti alla fine di questo strano sentiero e stranamente sbuca il molo-bar dove eravamo poco prima. Ma non c’è più l’acqua dell’oceano che prima mi terrorizzava. Non capisco…

Il mio amico inizia a correre per raggiungere subito il bar. Ed in quel momento capisco di essermi innamorato di lei. Dell’amica dell’amica. In un solo istante un tornado pazzesco di emozioni mi travolge. Cosa farà lei ora? Rimarrà a camminare con me, o correrà con lui? Cosa farà?

È la donna più bella del mondo e me ne accorgo solo ora. Vorrei che restasse, ho paura di perderla… eppure non sapevo nemmeno di volerla. I suoi capelli lisci. Lunghi.

A questo punto mi suona la sveglia. Faccio finta di nulla e continuo a sognare. Ma non vedo più nessuno. Sono solo io.

Esiste davvero quella ragazza? È possibile sognare il volto di chi non hai mai visto prima ed innamorartene? Ed è possibile restarci male perché lei dopo non c’era più?

La incontrerò mai nella realtà?

E se fosse andata via solo perché sono stato io a sparire per primo, in un attimo di tortura provocato dal suono indesiderato di una sveglia?

Marco MR ©

Sono fuori

Sono fuori

Dicono che sia in arrivo la neve. Sono fuori sotto a questo cielo bianco e sto letteralmente congelando. I pantaloni sono diventati duri come il cemento. Le gambe mi tremano. Mi tremano anche le mani e il resto del corpo.

Mi trema anche il cuore a dire il vero, ma questo non c’entra nulla con il freddo…

Mi sono innamorato di te in un lampo! Amo i tuoi modi, amo i tuoi capelli e le tue guance sempre rosse in questo periodo d’inverno.
Sono pazzo di te! Voglio stringerti forte, forte, forte. Voglio morderti. Dio, quanto ti voglio!

Sono alla nostra fermata e non vedo l’ora di vederti. Sono emozionato, ancora non ci credo che…
Mi manchi. Dai, che ce ne andiamo da qualche parte al calduccio.
“Hai visto il cielo?”
Sorridi. Ti nascondi perché sei timida.
Ti amo. E la sciarpa intorno a te, amo pure quella.
Sei bella, bella in un modo che non si può descrivere. Sei buffa, sei te. Io e te, finalmente…

(7° capitolo, Sulla strada della Follia)
 
Marco MR ©