deludente è…

deludente è…

deludente è quel libro che è bello solo dalla copertina,
deludente è quella poesia che non compie una magia,
deludente è l’amore che ha reso me e te estranei e invisibili…
deludente è quella donna che non sa stare senza uomini, 
come deludenti sono tutti quegli uomini che non san stare senza donne;
deludente è quel momento che viene dimenticato, 
deludente è l’incantesimo che si trasforma in una maledizione,
deludente è l’amico che non sa perché lo fai,
deludente è la vita quando non va da nessuna parte,
deludente è…

una persona che prima sembra toccarti l’anima e poi…
è come tutte le altre.

deludente è…

Marco MR ©

scrivere è…

scrivere è…

Scrivere è un po’ come prendere l’insipida realtà e farla a pezzi. Tanti piccolissimi pezzi bastardi. Tu li guardi, quei pezzi, li osservi, fermi, disintegrati.
Godi del Distacco.

Ma… non sai perché, alla fine, decidi di non buttarli via. Li raccogli, quei piccolissimi pezzi, e li metti da parte. In un cassetto. In una stanza. E non ci pensi più. Per mesi. A volte anni.

Poi un giorno, ancora senza un perché, entri in quella stanza e controlli se sono ancora lì. Nel cassetto.
Certo che sono ancora lì. Ne tiri fuori uno, poi un altro. Provi a riattaccarli. Non sai nemmeno qual è lo scopo. Ricordi. Manca qualcosa…
Corri a prendere qualche altro pezzo, poi qualche altro pezzo… poi qualche altro pezzo.
Rimetti insieme l’ammasso e viene fuori uno sgorbio. Mostruoso, senza arte né parte. La nuova realtà. La tua realtà. Completamente stravolta rispetto a ciò che era.
Uno schifo.
Ma a te piace. Forse ti piace più ora…

Forse ti piace più ora perché hai scelto tu quali pezzi salvare…

Marco MR ©

L’Evoluzione dell’Essenza

L’Evoluzione dell’Essenza

È come se…
come se… ci si bloccasse, alcuni, l’evoluzione.

Come se si fermasse, qualcuno, a 16 anni. E non cambiasse più. Qualcuno a 20. Qualcun altro a 30. Altri, invece, boh, non smettono di cambiare. Continuano a evolversi. Continuano a mutare e…
Avete presente quelle persone che da dieci anni son sempre le stesse? E poi quelle persone che, boh, due anni che non le vedi, poi le rincontri, e scopri che hanno cambiato letteralmente tutto della loro esistenza, han lasciato il lavoro. Han cambiato le loro idee politiche…
Han dato tutto. I primi. Più nulla da scoprire. Sono completi. E completati. Hanno raggiunto la loro maturazione. Hanno trovato il loro equilibrio, beati loro, e ora… si son fermati. Sono stabili. Immutevoli!

E poi… ci sono questi altri: i Radioattivi, come li chiamo io. Li incontri, che rischi di non riconoscerli più. Pazzi. In tempesta. Son sempre alla ricerca di qualcosa, che però poi non si trova mai. Un motivo. Un senso. L’Essenza. Non riescono a capire chi sono. Perché? Chi sono?
E non è mancanza di identità. Attenzione. Non è mancanza di personalità. Al contrario, sono quelli che respingono ogni tipo di influenza e continuano a sbattere ogni volta contro nuovi muri e persone. Son quelli che non accettano il presente, l’esistenza così come è, son quelli che fanno esplodere il mondo. Son quelli che, di solito, fan cose meravigliose.

Marco MR ©

Dialogo finale, Lupo Solitario (di Sean Penn)

Joe: Sto cercando di capire perché sei diventato un figlio di puttana. Vorrei sapere come posso aiutarti. Sei mio fratello. Sei l’uomo più rabbioso che conosca, Frank, perché? Perché ti piace fare del male… perché non sei vicino a Dorothy mentre sta nascendo il tuo bambino?

Frank : Dimmi una cosa campione, come ti sei sentito quel giorno quando hai fatto fuori quel ragazzo? Eh?

Joe: Non bene Frank.

Frank: No? Avrei giurato che fosse una grande soddisfazione. È una cosa consentita, legale… insomma, hai salvato la tua vita. Per me è questo avere del buon senso, il buon senso della gente comune. È cosi che la pensa la gente…

Joe: Di che tipo?

Frank: Come sarebbe di che tipo?

Joe: Andiamo è una fottuta divagazione…

Frank:  Non è… Quei vigliacchi non ti danno il tempo sufficiente per risolvere un problema. È una lezione di matematica, tutta la storia è una lezione di matematica. È come in ogni lezione: c’è sempre un leccaculo al primo banco. I suoi compagni lo odiano quel leccaculo. Perché alza sempre la mano e risponde a tutte le domande. Che si deve fare? Andare avanti. Lo stronzo vuole andare avanti. E gli altri si arrangiano. Decide lui che dobbiamo andare avanti… è lui che decide… Lui la sa la matematica. Io non avevo ancora le idee chiare su Babbo Natale, figurati… neanche sui draghi. Il mio profumo preferito era la benzina. Sai, è come la tua fattoria: chi produceva raccolti migliori? Tu o i campioni in matematica, che te l’han soffiata?

Tu vero? E a che serve una fattoria? Ad avere raccolti. Questo  è il mondo Joe. Ed è una bellezza… ho ragione?

Joe: Hai ragione… È vero. Quindi la tua ansia, i tuoi problemi, è tutta colpa del mondo.

Frank: Ci sei arrivato. Certo! È colpa del mondo… cioè è colpa tua, è colpa mia. Non c’è scampo. È colpa di ogni strafottuto essere umano, o come amano farsi chiamare. È colpa di tutti quelli che ti girano intorno.

Joe: La vita manca di tenerezza… eh?

Frank:  Torna dalla mia ragazza, vai pure a vedere nascere il mio angelo. Deve essere splendida la vita se riesci a scherzare e riderci sopra. No fratello… io so solo stare qui e berci su.

Vedi… ci sono solo due tipi di uomini in questo inferno: o sei un eroe o un fuorilegge. Tu che cosa sei?

Joe: Gli uomini sono forti o deboli, fratello. Tu non sei forte. Te ne stai in un bar quando Dorothy ha più bisogno di te… e allora fa pure, su coraggio bevici sopra Frank. È vero hai ragione. Non c’è niente, non c’è niente che valga la pena… nemmeno i nostri figli vero?

Frank: I tuoi occhi sono chiusi, tienili sempre così.

Joe: No, i miei occhi sono aperti e sono sempre felice di guardare il mio bambino, mia moglie, la mia casa il mio giardino. E ti voglio bene Frank…

Frank:  Sicuro che non c’è altro?

Joe: Perché… La cosa ti fa tanta paura?

Frank: Ma perché a te non fa paura? Sto riparando un ponte perché flaccidi ricchi in pensione e le loro flaccide mogli e i loro fottuti bambini grassi ci passino sopra. Con le loro case motorizzate. Sto riparando un ponte:  è questo quello che faccio…

Joe: C’è altro Frank. La fuori c’è la famiglia… qui dentro c’è la pazzia.

(Lupo Solitario/Indian Runner)

Film del ’91 diretto da Sean Penn, al debutto come regista. La trama del film è completamente ispirata da una canzone di Bruce Springsteen: Highway Patrolman, album Nebraska. 

Prigionieri del tempo

Prigionieri del tempo

Arriva per tutti, prima o poi, quel momento in cui…

Ti svegli alla mattina, bevi il tuo caffè, ovviamente ti scotti la lingua, caghi e parti per un mondo senza colori e senza speranze per ritornare a casa alla sera con la schiena a pezzi e l’emicrania. Medicine a gogò.
Incastrati nel tempo. Tutte quelle ore di lavoro, poi la spesa e la fila alla cassa; torni a casa e devi sistemare il disordine, cucinare e lavare i piatti. Mangi finalmente la tua cena, che però non sa di nulla perché tanto non sai nemmeno cucinare, e dopo te ne vai a dormire, perché sei esausto, perché ti sei rotto di tutto.
E poi ancora, lo stesso, domani, un altro giorno, un altro giro. Da capo. Senza novità, senza scampo.
Prigionieri. Tu vorresti pure provare a fare qualcos’altro. Magari imparare a suonare la chitarra. O continuare a studiare. A scrivere. Quello che ti pare. Vorresti, ma non ce la fai. Devi stendere i panni e ricordarti di raccoglierli, sperando nel frattempo che non piova, perché altrimenti non sapresti come fare per asciugarli. Ma tu ami la pioggia…
La posta e la banca. Il gommista e il collaudo: non passerà!

Il fatto è che quando ti dicono che la vita è dura, non mentono: la vita è dura, terribilmente. Non hai una spina da attaccare alle presa quando esaurisci la tua energia. Quando finisci la passione. Non basta dormire. Non basta nemmeno uscire o andare in vacanza. Non basta bere o fumare.
Sempre in ritardo, sempre in affanno. La vita è dura, terribilmente…

(8° capitolo, Sulla strada della Follia)

Marco MR ©

Il Tornado e il mostro

Il Tornado e il mostro

Il paesaggio distrutto dal
passaggio
del Tornado.

Amo la desolazione,
la Distruzione.
Amo la disperazione.

Amo la ri-Unione.
Aiutarsi.
Aggiustarsi. E ricominciare.
Come nella vita.
Rottura e addio. Poi la Pace.
Mescolo tutto quanto
e scombussolo
il paesaggio della vita.

Distruggere per ricostruire.
Distruggersi e ricostruire. Sopravvivere.

Il Tornado l’ho creato io stesso.
Sono io il Tornado.
Sono io il mostro.
Spazzo via tutto
e tutti.

E poi vedo chi resta…

Marco MR ©