Londra…

Londra…

Londra non era solo una bella città,
la capitale,
la metropoli,
il parlare in inglese,
divertimenti, opportunità, speranze, illusioni,
amicizie,
persone interessanti,
musica, sport,
teatro,
shopping,
musei, turisti,
luci di Natale,
addobbi,
piatti,
fast food,
caffè,
Iceland,
Pret A Manger,
Starbucks…
la Regina, il Big Ben, i parchi…

Londra era soprattutto un’idea,
era libertà,
di provare, di ricominciare,
di muoversi!

Marco MR ©

Ciabatte, calzino e pigiama

Camminavo in ciabatte quel giorno,
un giorno come tanti.
Un calzino sì e uno no.
L’avevo smarrito nel letto
e non avevo voglia di cercarlo.
Pigiama coi buchi e maglia sformata…

Ero in casa, ma mi toccava uscire per andare al supermercato.
Dovevo cambiarmi prima…
Di certo, non potevo andarci in quelle condizioni.

Ciabatte,
calzino e pigiama:
sono uscito,
due passi in giardino e…
sono tornato indietro
per cambiarmi.

Non sono libero.

Marco MR ©

Il Virus dentro me

Il Virus dentro me

cosa mi sta succedendo?

sogni mangiati,
ricordi divorati,
cene rimandate,
pazzia.
sto scomparendo…
allontanandomi…
il bisogno…

non è più vita questa,
non è normale,
non è possibile,
quello che sta succedendo non ha alcun senso.

cosa sto facendo? sto aspettando. temporeggiando.
morire. cadere così in basso, precipitare,
disintegrarmi, e poi…

cadere così in basso da non poter più cadere.
mi lascio vincere dalla gravità,
mi lascio schiacciare.

non è la mia vita!
questa non è la mia vita:

è un virus,
è un demonio
che m’ha preso
e non mi lascia,
mi usa
e mi devasta.

voglio farla finita,
voglio uccidere quell’essere
che s’è portato via la mia libertà.

Marco MR ©

Libertà Estrema

Libertà Estrema

Mi divertiva guardare i loro volti mentre Chris bruciava i suoi soldi, mollava l’appartamento e partiva per l’ignoto con l’unico obiettivo di vivere la sua vita. Erano troppo in difficoltà, glielo si leggeva in faccia. Non concepivano proprio come uno di buona famiglia con la strada spianata verso il successo e la ricchezza potesse mandare tutto a quel paese e partire per l’incerto.
Guardavamo questo film insieme… e “ridevo”. Ridevo perché stavano (e stavamo) scoprendo il significato della libertà.
Svegliarsi tutte le mattine alla stessa ora, mangiare sempre alla stessa ora, tornare a casa sempre alla stessa ora; lavarsi, divertirsi, studiare, ecc.; sempre alla stessa ora. È questo che avevano (e avevamo) fatto e visto per anni.
Educati fin da piccoli, controllati per decenni a fare quello che bisogna fare. A restare nel coro, a cantare col coro, a non stonare, a rispettare il ritmo, le pause… Come poteva quel ragazzo osare stonare? Spiazzati, illuminati, disorientati. Inermi, senza alcuna strategia difensiva davanti al ribelle. Davanti a chi, come Chris, decideva di percorrere una nuova strada, la sua: con chi, quando, e per quanto tempo l’avrebbe deciso solo lui.

E si indignavano… Guardavano il film e deridevano Chris. Perché questo ragazzo, più o meno della loro stessa età all’epoca, aveva deciso di evadere, di liberarsi, da una vita riempita di poltrone belle e comode, televisori, camice stirate e ordine: ordine delle cose, dei giorni, dei mesi, della vita, delle persone, dei ceti sociali, delle inquietudini.
Ed io “ridevo”…

“La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare.”

Marco MR ©