Svanire

Svanire

Cosa fai…
quando finisce ogni cosa?
Quando non credi più a niente?
Quando smetti di cercare?
Quando ti senti di aver detto tutto, eppure continui ancora a dire le stesse cose, a ripeterle, nauseato:
il lavoro, il paese,
l’armadietto,
la strada,
i cattolici,
le domeniche,
la routine, l’ordinarietà, l’invisibilità!

Cosa fai quando…
quando,
quando,
quando, quando, quando, quando, quando…
non ne puoi davvero più!
Quando tutto è finto,
quando tutto è dovuto,
costretto, imposto!

Non è la mia vita. Questa non è la mia vita.
Questa non è la mia vita!
Me l’avete fottuta! La rivoglio indietro.
Mi rivoglio indietro!
Rivoglio ciò che ero,
rivoglio ciò che ero.
Rivoglio i miei sogni, il mio coraggio, le mie ambizioni.
Mi rivoglio, cazzo!

Svanire.
Sparire. Non tornare. Dormire e non svegliarmi più… qui.

Marco MR ©

Sbagliato

Sbagliato

no…
è che…
mmh…
è che sono “sbagliato”.
sono “sbagliato”… sì!
“sbagliato”.
li vedi loro…
tutti quei ragazzi. si baciano. si divertono. prendono le cose alla leggera. bevono e si ubriacano. dormono insieme. si risvegliano e non si chiedono mai dove sono, cosa ci fanno qui, in questo mondo. in quest’inferno.
perché…
perché…
io…
perché io continuo a sentirmi sempre così “sbagliato”? diverso. difettoso. patetico…

loro ridono. io cammino, li guardo, da lontano, impaurito, ossessionato, dalla loro bellezza… dalla loro felicità. vorrei vomitarci addosso.
vorrei…
vorrei che si vedessero come li vedo io.

Marco MR ©

Voglia di normalità (e forse d’amore)

Voglia di normalità (e forse d’amore)

Cos’è quella sensazione che si prova quando, a una festa, capisci che…

che sei tu quello estraneo?
Che sei tu quello che non si diverte, mentre gli altri ballano;
e seduto in un angolino scopre che la ragazza notata poco prima sta baciando il suo ragazzo perfetto, il classico cazzone senza difetto;
che sei tu l’unico che non beve, perché ha problemi di ulcera,
e se ne va in giro col piatto in mano imbarazzato perché è l’unico, sempre l’unico, a non parlare con qualcuno.

E quando infreddolito dall’arrivo della sera torni a casa e in macchina ripensi a tutte queste cose, capisci che un po’, e tanto, ti dispiace, e che tutto sommato essere “normali”, ogni tanto, sarebbe bello. Che anche a te piacerebbe avere una ragazza, baciarla, ballarci e saltare. Prendere il caffè.
Ma non puoi. Perché… sei incasinato. Troppi dubbi. Chi sei… che malattia è questa?
Non sarebbe giusto, pensi, annichilire anche la sua esistenza.

Marco MR ©

Estraneo nella tua stessa Vita

Estraneo nella tua stessa Vita

 

È dura accettare se stessi, accettare di non essere diventato quello che immaginavi. Che desideravi.
Sei un altro. Sei un Estraneo nella tua stessa vita.
Hai provato a dire basta e a metterci una pietra sopra. Accantonare il tuo passato e andare avanti. Rivoluzionarti. Tuttavia, una specie di conflitto inconscio tra chi eri, chi sei e chi saresti potuto diventare, ti sta consumando.

Combatti l’idea del vecchio te, combatti l’idea del nuovo te: vecchio e nuovo si mischiano e ti plasmano. Regna l’instabilità, perdi l’equilibrio e cadi. Continuamente. Ti rialzi e ricadi. Ricadi e ti rialzi.

Finché non impazzisci…

(9° capitolo, Sulla strada della Follia)
 
Marco MR ©

Straniero senza Terra

Straniero senza Terra

Sono anni che giro per le strade di questo paese e continuo ancora a sentirmi uno straniero.
Sono solo.
Attraverso il ponte, giro l’angolo, l’edificio antico; due vecchietti nel baretto nascosto, le panchine e la cascata, la pista ciclabile, le badanti che portano in giro le vecchiette.
Mi sentirò mai a casa? Sono già undici gli anni che ho trascorso QUI.

È il problema di chi, come me, lascia il proprio paese per motivi di lavoro e poi ci ritorna solo per le vacanze.
Torna al suo paese e… anche lì, le facce sono irriconoscibili. Cresciute. Gli edifici, le strade, le buche, i dossi, i semafori, i negozi, gli alberi, i parchi, le case, i colori… è cambiato tutto.
Un po’ brutto da dire, forse, ma quella terra, la sua terra, ormai non gli appartiene più. Continua a sentirsi uno straniero…
E odia tutto questo… Odia il posto in cui vive perché non è il suo paese e odia il suo paese perché cambia e continua a cambiare, anche senza di lui.

Sono un uomo senza terra. Senza casa. Con la mente in giro per il mondo…
Continuerò a sentirmi uno straniero per tutta la vita?

Non voglio tornare indietro, non voglio restare: voglio solo tornare a casa, ma una casa non ce l’ho.

Marco MR ©